VIII Seminario del Centro Studi Giorgio Colli, Parma, 22-23 ottobre 2024
In collaborazione con l’Unità di Filosofia dell’Università degli Studi di Parma
Le forme della dialettica fra antico e moderno
(scadenza: 30 giugno 2024)
Affrontare filosoficamente il tema della dialettica significa richiamarsi, direttamente o indirettamente, alle tradizioni platonica e hegeliana, le quali, seppur in modi eterogenei, hanno concepito la dialettica come la forma stessa della ricerca della verità, cioè della filosofia come sapere scientifico. Nella storia della filosofia occidentale è tuttavia possibile individuare almeno un’altra concezione generale della dialettica – quella che, richiamandosi piuttosto ad alcuni pensatori pre-platonici, rileva gli esiti aporetici e paradossali della razionalità quando questa si spinge oltre i limiti dell’esperienza sensibile. È ad esempio il caso della “dialettica trascendentale” kantiana, esplicitamente modellata sulle antinomie zenoniane e presentata come una logica della non-verità. Proprio a tale intendimento critico-negativo della dialettica si oppone Hegel, recuperandone appunto l’accezione platonica e neoplatonica, scientifica e speculativa.
Giorgio Colli ha fatto della dialettica uno dei temi centrali della propria riflessione, sia sul versante storico-filologico della sua attività, sia su quello teoretico – tanto negli importanti corsi universitari su Parmenide, Zenone, Gorgia (1964-1967) e sul Parmenide platonico (1950), quanto in Filosofia dell’espressione (1969). Studiando l’origine e le forme della ragione occidentale, proseguendo in tal modo l’impresa genealogica di Nietzsche, egli giunge infatti a distinguere chiaramente una dialettica “costruttiva” da una “distruttiva”. Se quest’ultima, riconoscendo la struttura antinomica del logos, è capace di restituire l’autentica natura della ragione, sospesa fra necessità e contingenza, la prima esprime soltanto una pretesa menzognera e illusoria, poiché occulta la dipendenza della ragione – e dei suoi prodotti – dalla sua origine vitale e immediata:
«Il labirinto della ragione è solo apparentemente un edificio. […] Se si può dimostrare che ogni cosa “è e non è”, ciò significa che […] qualsiasi risultato dialettico è raggiungibile. Questa è la grande prestazione zenoniana, ma già prima di pervenire alla distruzione totale il cimento dialettico appare fatale quando affronta ogni tesi e la considera come sostenibile. […] nel logos autentico il mondo della rappresentazione, arrivato a un punto di culminazione espressiva, si tradisce come distruttivo di se stesso, in una spinta nichilistica e insieme catartica. La natura della rappresentazione, che è solo ripercussione, si disvela qui nella sua inconsistenza, quando venga dimenticato il sostegno dell’immediatezza. Poiché ciò che la dialettica annienta non è solo la fiducia della ragione di essere costruttiva e di poter incidere in modo creativo nella compagine dell’espressione, ma altresì, retrospettivamente, la realtà stessa […] dell’esperienza sensibile, che viene svuotata di ogni valore indipendente e mostrata come pura apparenza. Comunque, distrutta completamente la rappresentazione, rimane, ‘inviolabile’, l’immediato» (Filosofia dell’espressione, pp. 190-192).
«La scienza invece – e così Platone l’ha voluta – è il logos che taglia ogni legame alle sue spalle, ogni derivazione, ogni richiamo all’immediatezza. Dietro il logos non c’è nulla, esso è l’unico dio, e il suo regno non è l’apparenza, bensì l’assoluto. Il razionale è il reale, con quanto segue. […] Così la ragione va costruendo il suo edificio, e nessuno deve pensare che possa crollare: esso può soltanto elevarsi più in alto. […] la scienza e la morale poggiata sulla ragione vanno di pari passo. Su questo si fonderà poi la mitologia dell’azione e della volontà libera. Platone sa creare un’attesa, un’ansia, una tensione, un’aspirazione, una fiducia che tutto – uomo e mondo – diventi “migliore”, cioè più buono e più razionale. Questo è il senso del “divenire”! Così la “scuola” di Platone e quelle seguenti durarono tanto a lungo – e durano ancora – perché avevano un’“eredità” da trasmettere, appunto l’edificio della scienza e della morale. Ma tutto ciò è menzogna» (ivi, pp. 213-214).
L’VIII seminario del Centro Studi Giorgio Colli, a partire dalla distinzione colliana fra dialettica costruttiva e dialettica distruttiva, che dovrà essere a sua volta problematizzata, si propone di indagare lo statuto epistemico delle diverse forme della dialettica e il loro ruolo all’interno del discorso filosofico. I contributi potranno approfondire singole posizioni o istituire confronti proficui tra posizioni differenti, appartenenti a tutti i periodi della filosofia occidentale – dai presocratici alla filosofia italiana contemporanea, passando per gli snodi cardinali della storia della dialettica (platonismo, aristotelismo, filosofia trascendentale, hegelismo e marxismo) e approdando eventualmente a sviluppi inediti. Sarà inoltre possibile confrontarsi con tradizioni filosofiche diverse da quella occidentale, quali – a titolo d’esempio – induismo e buddhismo.
Il Centro Studi Giorgio Colli incoraggia come sempre la partecipazione di giovani studiosi in formazione (dottorandi, studenti universitari). Si prevede la pubblicazione dei contributi presentati al seminario nell’ottavo volume dei “Quaderni colliani” (https://www.aaccademia.it/ita/collane/quaderni-colliani).
MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DEGLI ABSTRACT
Inviare all’indirizzo admin@centrostudigiorgiocolli.it i seguenti documenti:
– un file .doc o .pdf contenente l’abstract (max. 500 parole) con titolo e bibliografia minima (max. 10 riferimenti), preparato per una valutazione anonima;
– un file .doc o .pdf contenente il titolo dell’abstract presentato, il nome dell’autore, l’eventuale affiliazione accademica e un indirizzo mail attivo.
Il termine per l’invio delle proposte è il 30/06/2024.
I partecipanti riceveranno comunicazione del risultato della selezione entro il 31/07/2024.
Per ulteriori informazioni, scrivere a admin@centrostudigiorgiocolli.it
VII Seminario del Centro Studi Giorgio Colli, Torino, 23-25 novembre 2023
I Greci nel pensiero italiano del Novecento
(scadenza 31/07/2023)
Il pensiero italiano del Novecento ha nel confronto con la filosofia e la cultura greca uno dei suoi momenti fondamentali. Ciò è testimoniato non soltanto da un vasto panorama di studi storico-filologici, ma anche da rielaborazioni teoretiche originali a partire dai temi centrali della tradizione classica.
Giorgio Colli fa indubbiamente parte di un tale “ritorno ai Greci”, ai quali si può dire che egli abbia dedicato la quasi totalità della sua produzione filosofica. I primi lavori (Filosofi sovrumani, Platone politico, Apollineo e dionisiaco, Empedocle e soprattutto La natura ama nascondersi) documentano l’interesse per Platone e i pensatori a lui antecedenti, in particolare Empedocle, Eraclito e gli eleati; su questi ultimi in seguito Colli si soffermerà più approfonditamente (Zenone di Elea, Gorgia e Parmenide), per poi arrivare a comporre, nelle ultime sue opere, un quadro complessivo dell’origine e sviluppo del pensiero greco (La nascita della filosofia, La sapienza greca). Non si può infine non citare la traduzione integrale dell’Organon di Aristotele, che insieme agli altri testi costituisce la base imprescindibile per la proposta teoretica di Colli, confluita in Filosofia dell’espressione e Dopo Nietzsche.
Il filosofo torinese si è dunque impegnato in un rigoroso ed insieme originale ripensamento della filosofia ellenica, di cui ha ricostruito la matrice mistica e sapienziale (sviluppando criticamente alcune intuizioni nietzscheane); nel contempo, egli ha rivendicato l’eccellenza speculativa dei grandi dialettici e logici, giungendo a vedere nella ragione e nella cultura greca il modello di un uso sano del logos, in quanto quest’ultimo riconosce la propria natura distruttiva e la propria fondamentale eteronomia rispetto all’immediatezza del vivere (il discorso è sempre discorso di qualcosa la cui essenza in ultima analisi sfugge al discorso stesso).
A partire da tali premesse, il seminario si propone di affrontare sotto diversi aspetti l’influsso della cultura greca antica sul pensiero italiano del Novecento. Si prevede ad esempio di attraversare alcune figure della filosofia italiana valutandone gli esiti a partire dal loro debito verso il pensiero greco; oppure indagare le ragioni e i percorsi peculiari di un ritorno a determinati filosofi greci (come Parmenide nel caso del neoparmenidismo o Pirrone e Sesto Empirico nel caso di Giuseppe Rensi); o ancora proporre un’analisi di alcune letture e interpretazioni originali dei Greci operate da grandi studiosi italiani, in ambito sia filosofico che letterario, storico-religioso o antropologico. Saranno inoltre benvenuti contributi di carattere storico e/o filologico, a condizione che questi si pongano in dialogo con le interpretazioni colliane degli autori o dei temi trattati.
L’obiettivo finale del seminario è giungere ad una sintesi complessiva, individuando linee di ricerca comuni, conflitti esegetici e in generale possibilità di dialogo tra le voci più originali e profonde del pensiero italiano del Novecento, in relazione al loro debito nei confronti della filosofia e cultura greca antica.
Convinti che tale questione si presti ad essere affrontata secondo molteplici metodi e pratiche di pensiero, accogliamo proposte provenienti da diverse prospettive teoriche, in grado di interagire proficuamente con la lettura colliana dei Greci. Le proposte potranno riguardare preferibilmente – ma non esclusivamente – le seguenti aree tematiche:
· dialettica e retorica
· logica e ontologia
· fisica e metafisica
· etica e politica
· filosofia della vita
· sapienza e sapere tragico
· libertà e necessità
· mitologia e fenomenologia del sacro
· apollineo e dionisiaco
· interpretazioni di matrice nietzscheana o schopenhaueriana
· origini della filosofia
· ricezione di un determinato filosofo o gruppo di filosofi (per esempio, Parmenide o i cosiddetti “presocratici”)
· teatro e letteratura
· studi etno-antropologici
Incoraggiamo la partecipazione di giovani studiosi in formazione (dottorandi, studenti universitari). Si comunicheranno appena possibile le modalità di svolgimento del seminario. Si prevede la possibile pubblicazione dei contributi presentati al seminario nel settimo volume dei Quaderni colliani.
MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DEGLI ABSTRACT
Ogni partecipante dovrà inviare all’indirizzo admin@centrostudigiorgiocolli.it i seguenti documenti:
– un file .doc o .pdf contenente l’abstract (max. 500 parole) con titolo e bibliografia minima (max. 10 riferimenti), preparato per una valutazione anonima;
– un file .doc o .pdf contenente il nome dell’autore, l’eventuale affiliazione accademica e un indirizzo mail attivo.
Si accettano proposte in lingua italiana e inglese.
Il termine per l’invio delle proposte è il 31/07/2023.
I partecipanti riceveranno comunicazione del risultato della selezione entro il 15/09/2023.
Per ulteriori informazioni contattare: admin@centrostudigiorgiocolli.it
VI Seminario del Centro Studi Giorgio Colli, Torino, 24-25 novembre 2022
DOPO NIETZSCHE. La filosofia oltre la crisi della ragione moderna
(scadenza 31/07/2022)
Il seminario intende affrontare le ripercussioni filosofico-scientifiche e culturali del pensiero nietzschiano in quanto estrema espressione della crisi della ragione moderna maturata nel corso dell’Ottocento. Nel panorama filosofico novecentesco, tra coloro che hanno portato avanti la riflessione di Nietzsche, emerge la figura di Giorgio Colli con la pubblicazione di Dopo Nietzsche (1974). Oltre ad avere ideato e diretto l’edizione critica tedesca e italiana delle opere di Nietzsche assieme a Mazzino Montinari, Colli ha sviluppato autonomamente la genealogia nietzschiana della ragione, pervenendo a risultati fino ad ora raramente considerati nel dibattito filosofico contemporaneo e nell’interpretazione del pensiero nietzschiano in generale.
In Dopo Nietzsche, Colli sottolinea l’importanza della via aperta dalla critica nietzschiana alla ragione moderna, tuttavia rilevandone anche i limiti: «Demolire le pretese sistematiche, dogmatiche, ottimistiche della ragione, spezzare la superbia della scienza: tutto questo va bene – ed è possibile andare al di là di Nietzsche su questa strada – ma è soltanto una premessa negativa. Rimangono le domande più importanti: come è potuto accadere tutto ciò, quale sarebbe per contro un uso sano della ragione, e quale rilievo acquista una ragione autentica?» (p. 31).
Secondo la prospettiva ermeneutica di Colli, la critica nietzschiana è quindi una «premessa negativa», storicamente ineludibile, per ripensare la funzione della ragione filosofica nel Ventesimo secolo. Tuttavia, l’esito del pensiero di Nietzsche si rivela a tal fine insufficiente, poiché lascia sospesi i problemi da lui stesso posti, con cui tanto Colli, quanto le varie correnti della filosofia del Novecento (fenomenologia, esistenzialismo, strutturalismo, marxismo, pragmatismo, filosofia analitica), si sono misurati. Pertanto, riteniamo quanto mai opportuno far dialogare tali prospettive non solo con il pensiero nietzschiano, ma anche e soprattutto con la sua rielaborazione colliana.
Convinti che la questione della funzione della ragione filosofica nell’epoca contemporanea si presti ad essere affrontata secondo molteplici metodi e pratiche di pensiero, accogliamo proposte provenienti da diverse prospettive teoriche, in grado di interagire proficuamente con la filosofia dell’espressione colliana. Le proposte potranno riguardare preferibilmente – ma non esclusivamente – le seguenti aree tematiche, desunte dal Dopo Nietzsche di Colli:
- crisi dei sistemi filosofici e dei fondamenti delle scienze
- genealogia, critica e dialettica
- modernità tra progresso e decadenza
- teoria del valore e volontà di potenza
- eterno ritorno, nichilismo e figure dell’oltre-uomo
- corpo, follia e salute
- origine, statuto e funzione dell’arte
- stile, espressione e retorica
- ‘apollineo e dionisiaco’ come forma di pensiero, arte e vita
- ricezione e interpretazione di Nietzsche (filosofia, scienze storico-filologiche, teorie psicologiche e movimenti artistico-letterari)
Incoraggiamo la partecipazione di giovani studiosi in formazione (dottorandi, studenti universitari). Si comunicherà appena possibile la modalità di svolgimento del seminario (mista o esclusivamente online). Si prevede la possibile pubblicazione dei contributi presentati al seminario nel sesto volume dei Quaderni colliani.
MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DEGLI ABSTRACT
Ogni partecipante dovrà inviare all’indirizzo admin@centrostudigiorgiocolli.it i seguenti documenti:
– un file .doc o .pdf contenente l’abstract (max. 500 parole) con titolo e bibliografia minima (max. 10 riferimenti), preparato per una valutazione anonima;
– un file .doc o .pdf contenente il nome dell’autore, l’eventuale affiliazione accademica, un indirizzo mail attivo e un breve profilo biografico-scientifico.
Si accettano proposte in lingua italiana e inglese.
Il termine per l’invio delle proposte è il 31/07/2022.
I partecipanti riceveranno comunicazione del risultato della selezione entro il 15/09/2022.
Per ulteriori informazioni contattare: admin@centrostudigiorgiocolli.it
Call for proposals (eng)
V Seminario del Centro Studi Giorgio Colli, Torino, 25-26-27 novembre 2021
Il dolore e la vita
Il seminario si propone di indagare il legame tra dolore e vita, a partire dalle riflessioni che Giorgio Colli ha sviluppato sul tema. Colli riconosce a Nietzsche e Schopenhauer una posizione unica all’interno del pensiero moderno – benché sia singolare il fatto che non si intrattenga così ampiamente anche sul pensiero di Leopardi – per aver espresso chiaramente che la vita è dolore e che tale conoscenza va anteposta a ogni altra. Si tratta di un’intuizione essenziale che, sebbene fosse presente nelle parole e nelle opere di molti altri pensatori e artisti, solo qui trova un dispiegamento cristallino.
Raggiunta questa conoscenza, all’essere umano si pone il problema di quale sia la via di liberazione da percorrere, vista l’inscindibilità di dolore e vita. Su questo aspetto le proposte di Schopenhauer e Nietzsche divergono: il primo indica una via ascetica (ci si deve liberare dalla vita, dall’attaccamento alla vita, per annullare il dolore), mentre il secondo, non volendo rinunciare alla vita, afferma di volere il dolore. Colli rileva però che la modernità ha preferito in larga misura una forma di ipocrisia, secondo la quale il dolore sarebbe eliminabile dalla vita.
«Come rimedio, alcuni vogliono eliminare la perversità morale, altri vogliono modificare le strutture politiche, altri vogliono distribuire in modo più giusto le ricchezze, altri vogliono guarire la psiche dell’uomo. Quando siano raggiunti questi risultati, sarà debellato il dolore? O non rimarrà piuttosto identico a se stesso, se esso è la manifestazione nell’anima dell’uomo di una brama inesausta e violenta <che precede e condiziona l’uomo> di un’arsura che non potrà mai dissetarsi, e il cui nome è vita?» (Ragione errabonda, [570]).
Colli, inoltre, aggiunge che la conoscenza del dolore non è qualcosa in grado di annullarlo. Al contrario, la conoscenza in generale è una ripercussione del dolore. Si delinea quindi un intreccio, o meglio uno sviluppo espressivo, tra vita-dolore-conoscenza, che si vorrebbe indagare nel corso del seminario a partire da differenti autori che abbiano riflettuto su tali tematiche.
Rispetto alle vie di liberazione dal dolore, resta da dire che Colli ammette una “terza” via, quella dei Greci. Questi avrebbero superato il dolore non minimizzandolo affatto, ma scoprendo piuttosto che ha da sempre un rivale: la gioia, legata al gioco e all’assenza di finalità. «Quando un pezzo di vita sottratto alla pena controbilancia tutto il resto, il pessimismo è vinto. Questo è l’insegnamento dei Greci» (Dopo Nietzsche, p. 154).
Accogliamo proposte differenziate secondo molteplici ambiti disciplinari, nella convinzione che il tema si presti ad essere affrontato da vari punti di vista e secondo metodi e sguardi distinti ma complementari. Saranno privilegiate proposte inerenti ai temi e agli autori al centro del pensiero colliano, ma verranno senz’altro prese in considerazione idee affini all’impostazione del call e che possano arricchire il quadro sin qui tratteggiato
Le proposte potranno quindi riguardare preferibilmente – ma non esclusivamente – i seguenti ambiti di ricerca:
- Filosofia di Giorgio Colli
- Tragedia greca
- Pensiero presocratico
- Filosofia platonica e neoplatonica
- Filosofie ellenistiche
- Filosofie orientali
- Filosofi moderni affini a Colli (Spinoza, Schopenhauer, Nietzsche ecc.)
- Letterati e poeti moderni affini a Colli (Hölderlin, Leopardi, Proust ecc.)
- Arti figurative
- Lebensphilosophie e antropologia filosofica
- Psicanalisi ed esistenzialismo
Incoraggiamo la partecipazione di giovani studiosi in formazione (dottorandi, studenti universitari).
Si comunicherà appena possibile la modalità di svolgimento del seminario (mista o esclusivamente online).
Si prevede una possibile pubblicazione in volume di tutti i contributi presentati al seminario.
Il termine per l’invio delle proposte è il 31/07/2021
I partecipanti riceveranno comunicazione del risultato della selezione entro il 15/09/2021
MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DEGLI ABSTRACT
Gli abstract dovranno essere inviati al seguente indirizzo: admin@centrostudigiorgiocolli.it
Ogni partecipante dovrà fornire:
un file .doc contenente l’abstract preparato per una valutazione anonima delle proposte (max. 500 parole);
un file .doc o .pdf contenente il nome dell’autore, l’eventuale affiliazione accademica, un indirizzo mail attivo e un breve profilo biografico-scientifico. Per ulteriori informazioni contattare: admin@centrostudigiorgiocolli.it