V Seminario del Centro Studi Giorgio Colli, Torino, 25-26 novembre 2021
Sono disponibili le registrazioni del seminario per i membri qui.
Il seminario si propone di indagare il legame tra dolore e vita, a partire dalle riflessioni che Giorgio Colli ha sviluppato sul tema. Colli riconosce a Nietzsche e Schopenhauer una posizione unica all’interno del pensiero moderno – benché sia singolare il fatto che non si intrattenga così ampiamente anche sul pensiero di Leopardi – per aver espresso chiaramente che la vita è dolore e che tale conoscenza va anteposta a ogni altra. Si tratta di un’intuizione essenziale che, sebbene fosse presente nelle parole e nelle opere di molti altri pensatori e artisti, solo qui trova un dispiegamento cristallino.
Raggiunta questa conoscenza, all’essere umano si pone il problema di quale sia la via di liberazione da percorrere, vista l’inscindibilità di dolore e vita. Su questo aspetto le proposte di Schopenhauer e Nietzsche divergono: il primo indica una via ascetica (ci si deve liberare dalla vita, dall’attaccamento alla vita, per annullare il dolore), mentre il secondo, non volendo rinunciare alla vita, afferma di volere il dolore. Colli rileva però che la modernità ha preferito in larga misura una forma di ipocrisia, secondo la quale il dolore sarebbe eliminabile dalla vita.
«Come rimedio, alcuni vogliono eliminare la perversità morale, altri vogliono modificare le strutture politiche, altri vogliono distribuire in modo più giusto le ricchezze, altri vogliono guarire la psiche dell’uomo. Quando siano raggiunti questi risultati, sarà debellato il dolore? O non rimarrà piuttosto identico a se stesso, se esso è la manifestazione nell’anima dell’uomo di una brama inesausta e violenta <che precede e condiziona l’uomo> di un’arsura che non potrà mai dissetarsi, e il cui nome è vita?» (Ragione errabonda, [570]).
Colli, inoltre, aggiunge che la conoscenza del dolore non è qualcosa in grado di annullarlo. Al contrario, la conoscenza in generale è una ripercussione del dolore. Si delinea quindi un intreccio, o meglio uno sviluppo espressivo, tra vita-dolore-conoscenza, che si vorrebbe indagare nel corso del seminario a partire da differenti autori che abbiano riflettuto su tali tematiche.
Rispetto alle vie di liberazione dal dolore, resta da dire che Colli ammette una “terza” via, quella dei Greci. Questi avrebbero superato il dolore non minimizzandolo affatto, ma scoprendo piuttosto che ha da sempre un rivale: la gioia, legata al gioco e all’assenza di finalità. «Quando un pezzo di vita sottratto alla pena controbilancia tutto il resto, il pessimismo è vinto. Questo è l’insegnamento dei Greci» (Dopo Nietzsche, p. 154).
Materiali del seminario